Dal 2017, l'associazione OCEANIA si è data la missione di studiare e proteggere le balene e i delfini della Polinesia francese. Sabato scorso, ha presentato a Emmanuel Valls, ministro dei Territori d'Oltremare, un progetto innovativo che unisce tecnologia e conservazione marina: Ocean IA.
Ogni anno, le megattere lasciano le acque gelide dell'Antartide, ricche di plancton e krill, per le acque polinesiane più favorevoli alla riproduzione. Le lagune e i passaggi, poco profondi e protetti, permettono alle madri di partorire e allattare i loro piccoli al sicuro dalle correnti e dai predatori, in particolare le orche.
  • Tuttavia, molti abitanti e turisti transitano ogni giorno tra Tahiti e la vicina Moorea dove ha sede l'associazione Oceania: il traffico marittimo tra queste due isole rappresenta oltre il 90% del traffico dell'arcipelago polinesiano. Il rischio di collisione con le balene è quindi molto elevato, soprattutto perché le navi che navigano nelle aree preferite da questi cetacei hanno poca possibilità di manovra.

Prevenire in tempo reale queste collisioni

Ocean AI si inserisce nella continuità del programma Ocean Watch, avviato da Oceania nel 2024. Quest'ultimo mobilita osservatori umani imbarcati sui traghetti tra Tahiti e Moorea per allertare sulla presenza di cetacei.
Si basa su un doppio fondamento: la tecnologia e la collaborazione. Da un lato, telecamere terrestri intelligenti dispiegate sulle alture di Tahiti e Moorea, per identificare in tempo reale i salti, gli spruzzi, le pinne o le code delle balene nei passaggi di Papeete e Vaiare. Dall'altro, una cooperazione attiva con gli armatori e i servizi marittimi, per definire ed esperimentare protocolli di allerta automatici efficaci.
Gli Osservatori di Mammiferi Marini restano mobilitati, e i capitani sono associati alle scelte tecniche (canali di allerta, modalità di ricezione). Un dispositivo raro nel campo della conservazione marina, dove l'IA è spesso limitata alla raccolta di dati senza azione immediata. Oceania punta anche sulla pedagogia per il grande pubblico, in particolare tramite l'applicazione Whale Alert, che trasforma ogni passeggero o diportista in un potenziale osservatore.
Il progetto beneficia di solidi supporti istituzionali, in particolare dall'Unione europea (tramite il programma Best Life 2030) e dall'IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura). È in fase pilota fino a novembre 2026, ma i suoi fondamenti, sobrietà tecnologica, radicamento locale, coinvolgimento multi-attoriale, pongono le basi di una metodologia riproducibile in altre specie o aree sensibili.
Tuttavia, permangono diverse incertezze: la sua capacità di ampliamento, in particolare tramite l'installazione di sensori imbarcati sulle navi nonché la sostenibilità dei finanziamenti dopo il periodo di prova, nonostante il suo potenziale.